Vi è mai capitato di soffermarvi a guardare un carattere tipografico intrigante su un sito web, un volantino o un biglietto da visita? Oppure di guardare il progetto di un vostro collega, pensando “io non sceglierei mai quel font!”? Scegliere un font può diventare complicato, considerando che oggi nel web ne possiamo trovare a migliaia, spesso scaricabili gratuitamente. I font devono essere rappresentativi del contesto del contenuto testuale perchè l'estetica di un font è di supporto alla comunicazione. In questo modo il risultato sarà più coerente e professionale. Cosa fare dunque? Imparare a conoscere i font può essere utile per orientarvi nella scelta e utilizzare quello più adatto per tutti i vostri progetti. Iniziamo con un pò di storia.
Il carattere tipografico ha cominciato ad assumere importanza dal 1450, quando il tedesco Gutemberg inventò la stampa a caratteri mobili. Questo modo di stampare è rimasto quasi del tutto invariato fino al 1950, quando si è passati alla fotocomposizione. In effetti, il carattere tipografico ha subito una forte evoluzione solo recentemente, con la nascita del digitale e il World Wide Web, che ha presentato nuove sfide. Negli anni ‘90 sul web si potevano usare solamente i font web-safe, rappresentati di fatto dai caratteri tipografici preinstallati nei sistemi operativi, come Times New Roman o Arial. Se un sito utilizzava un carattere non installato nel computer del visitatore, per poterlo vedere era necessario scaricarlo e installarlo. Successivamente, i web designer incorporarono in oggetti Flash i font, per permettere all’utente di vederli anche se non erano installati sul suo dispositivo. Nel tempo questa tecnologia è stata abbandonata perché i file .swf rallentavano il caricamento delle pagine, il plug-in di Flash doveva essere installato sul computer dell’utente e non funzionava su iPhone e iPad.
Con l’arrivo dei CSS3, incorporare i font non ha più rappresentato un problema. Quando un web designer lavora a un sito web adesso può incorporare i font in modo semplice, utilizzando i fogli di stile CSS. Non c’è più bisogno di doverli installare in quanto vengono scaricati direttamente dal server web, su cui viene ospitato il sito.
Nel corso del tempo i font designer hanno realizzato nuovi caratteri tipografici, categorizzati in base al loro aspetto grafico. In generale li possiamo suddividere in due grandi gruppi.
In generale ogni font è composto da 26 lettere nelle varianti maiuscole e minuscole, dai caratteri accentati e speciali, dai numeri da 0 a 9 con ascendenti e discendenti e dai segni di punteggiatura.
Esiste una linea base orizzontale su cui poggiano tutti i caratteri. Alcuni però possono avere lettere discendenti, se oltrepassano la linea verso il basso, e altre ascendenti, se oltrepassano la linea verso l’alto (come la “g” la cui estremità in basso è discendente).
Il peso rappresenta lo spessore delle lettere, nello specifico il rapporto tra area inchiostrata e area in bianco della serie di caratteri. Più sono numerose le parti sottili delle lettere di uno stesso carattere, più il testo è leggibile anche a dimensioni ridotte. Le variazioni di peso possono essere espresse in: thin, light, medium, bold, black, extra black.
Oltre alle variazioni di peso, esistono anche variazioni di lunghezza (extended, regular, condensed, ultra condensed) e di inclinazione (italic). In una famiglia di font possiamo trovare diverse versioni dello stesso, come ad esempio Amble Italic, Amble Light Italic, Amble Regular, Amble Bold, Amble Bold Italic, Amble Light Condesed, Amble Light Condesed Italic.
La crenatura viene utilizzata per correggere lo spazio tra le lettere. Alcuni font hanno la caratteristica di ridurre lo spazio nel caso di accoppiate di lettere (come ad esempio la “A” e la “V”) dove può venire a crearsi uno spazio bianco eccessivo, che rende l’aspetto disomogeneo. Questo è importante, soprattuto nei testi di grande dimensione e nei titoli, dove lo spazio eccessivo tra due lettere diventa più evidente. Con la crenatura dunque si dà armonia all'aspetto dei caratteri.
La superficie occupata dalle lettere può essere proporzionale o non proporzionale. Nel primo caso si parla di caratteri monospaziati (come ad esempio il font Monospace), dove ogni lettera occupa sempre la stessa superficie indipendentemente dalla sua dimensione reale. Mentre nei caratteri proporzionali le lettere occupano uno spazio proporzionato alla propria dimensione (ad esempio la lettera “i” occupa meno superficie di altre lettere come la “d”).
Un’altra caratteristica è l’interlinea, lo spazio verticale tra la linea base delle righe di un testo.
Ci sono gruppi di font che condividono diverse caratteristiche e per questo vengono raggruppati in famiglie. Eccone alcune: