Tutte le pagine, i post e le pubblicità che d’ora in poi verranno pubblicate su Facebook da giornali e media statali saranno «etichettate» come tali: lo ha annunciato lo stesso colosso dei social, secondo quanto riporta la Cnn.
“Diversi mesi fa avevamo annunciato il nostro piano di etichettare le fonti che sono parzialmente o totalmente sotto il controllo editoriale dei loro governi, e oggi siamo pronti a partire. In questo modo assicuriamo un più alto livello di trasparenza su chi pubblica sfruttando mettendo insieme la forza di un media con il controllo strategico da parte di uno Stato. Siamo convinti che le persone debbano sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere direttamente influenzata da un governo”, afferma in un post sul blog aziendale Nathaniel Gleicher, responsabile delle politiche di cybersecurity di Facebook, annunciando così l’inizio di una nuova era per il social network.
L’obiettivo dichiarato è offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori.
L’etichettatura sta già avvenendo tramite le Pagine, nella Libreria Annunci e nella sezione Trasparenza della Pagina, in cui di solito si trovano informazioni rilevanti sul proprietario della pagina e altri dettagli importanti oltre alla cronologia. Si tratta solo di una prima fase, cui seguirà un secondo step in cui il social network di Mark Zuckerberg segnalerà agli utenti eventuali ingerenze dei governi direttamente nei post che appaiono nel feed.
Per sviluppare l’algoritmo tramite il quale individuare le notizie prodotte da media controllati in tutto o in parte dai governi, Facebook dichiara di aver consultato 65 esperti di giornalismo, politica e diritti umani. I criteri studiati e infine attuati comprendono la provenienza dei fondi dei media, la trasparenza editoriale, la struttura e la governance della proprietà, i meccanismi di responsabilità interna e la conferma dell’indipendenza da parte di terzi. L’etichettatura delle notizie avviene tramite un team interno e l’editore può sempre fare ricorso.
“La nostra intenzione è anche di assicurare che lo stesso trattamento venga riservato anche agli annunci a pagamento, e per questo nei prossimi mesi utilizzeremo lo stesso criterio anche per i contenuti a pagamento – prosegue Gleicher – I media controllati dagli Stati di rado utilizzano gli annunci a pagamento negli Stati Uniti, ma nonostante questo più avanti nel corso dell’estate inizieremo a bloccare questo genere di contenuti, prendendo una precauzione in più contro i diversi generi di possibili influenze straniere sul dibattito pubblico che ci accompagnerà fino alle elezioni presidenziali in programma per il novembre 2020”.
“La nostra preoccupazione – aggiunge Gleicher – è che i media statali combinano il potere di impostazione del programma di un’entità mediatica con il supporto strategico di uno Stato. Leggendo notizie come quelle sulle proteste di piazza – conclude – è davvero importante sapere chi la scrive e con quale motivazione. L’obiettivo è assicurare che il pubblico veda e capisca chi c’è dietro”.